Centenario della morte di Victor Segalen
21/05/1919 – 21/05/2019
Il 21 maggio 1919, esattamente cento anni anni fa, Victor Segalen moriva a Huelgoat, in circostanze misteriose. Intellettuale inclassificabile, medico di marina dai molteplici interessi – poesia, letteratura, etnografia, archeologia e musica –, Segalen se ne andava a soli 41 anni lasciando incompiuta gran parte della sua opera.
A partire dagli anni Sessanta, grazie all’impegno della figlia Annie Joly-Segalen, si afferma in Francia come autore di culto e da allora si susseguono le pubblicazioni di inediti, epistolari, biografie e saggi. Tra i suoi estimatori d’eccezione si annoverarano: Claudel, Saint-John Perse, Borges, Calvino, François Cheng, Simon Leys, Caillois, Agamben, Baudrillard, Onfray...
Il suo nome è stato associato alla seconda università di Bordeaux, alla Facoltà di scienze umanistiche e sociali di Brest, sua città natale, e alla scuola francese internazionale di Hong Kong.
Nell’anno del centenario della morte, Segalen è oggetto di convegni, studi, mostre e dal 2020 entrerà a far parte degli autori della Bibliothèque de La Pléiade.
La sua personale rielaborazione del concetto di esotismo come estetica del diverso fa di lui, riprendendo le parole di Jorge L. Borges, "uno dei più intelligenti scrittori del nostro tempo, forse il solo ad aver realizzato un’innovativa sintesi tra estetica e filosofia occidentale e orientale". Soprattutto ai nostri giorni, riscoprire una figura che per tutta la vita ha riflettuto sul modo di concepire e rappresentare l'Altro ci sembra dunque una necessità impellente.
Con Il Figlio del Cielo. Cronaca dei giorni sovrani, O barra O edizioni continua la diffusione in Italia dell’opera di Segalen iniziata con la pubblicazione di René Leys. L’incanto della Città Proibita.