Kiku-san, storia di una moglie
non più alta di una bambola:
un modello per la Butterfly
Alias - il Manifesto 25/09/16
Descrizione dell'evento
Pierre loti ha riassunto in sé, nella sua esistenza squisitamente romanzesca, il concetto stesso dell'esotismo, marchio di fabbrica degli imperi coloniali, declinato nelle seducenti presenze di fantasmi erotici. Louis Marie Julien Viaud, ufficiale di marina fece del viaggio uno stile, narrando di paesi da conquistare sotto la specie di belle signore (senza scordare qualche intermittente presenza maschile), immortalate in vicende narrative che vogliono sempre dichiarato un fondo autobiografico. D'altro canto anche il nome con cui diverme celebre, che indica un ricco e profumato fiore tropicale, gli venne fornito dalla bella Pomarè, regina di Polinesia, di cui parla nel libro Il matrimonio di Loti, che lo rese celebre. Roland Barthes negli anni '60 ripropose all'attenzione il mirabile Aziyadé, meravigliosa circassa dagli occhi verdi, che dimorava nell'harem di un dignitario turco, morta d'amore per lui, come narra nel proverbiale Famasma d'Oriente. La finzione e l'esistenza sono sempre mischiate in una scrittura febbrile, che chiede al lettore di credere a ogni movimento dell'esistenza del plus grand ecrivain exotique, dizione con cui nel 1891 venne accolto dall'Academie Française, candidato da Edmond de Goncourt, quasi per scherzo (così almeno vuole la leggenda letteraria). Negli ultimi anni in Italia c'è stato un ritorno di interesse per l'autore francese: Nutrimenti, nella collana di romanzi dedicati alle avventure marittime, ha pubblicato Pescatore d'Islanda nel 2010; Aziyadé è uscito nel 20l3 dalla piccola casa editrice Leone e la specializzata in temi orientali O barra O ha presentato nel 2012 Un pellegrino ad Angkor e in seguito Tre giomi di guerra in Annam, mentre il grazioso La storia di due gatte è uscito da Elliot nel 2015. Ora viene riproposto Klku-san, la moglie giapponese (O barra O, traduzione di Maurizio Gatti, postfazione di Francesca Scotti, pp. 176, € 14,00), titolo scelto al posto del più noto (e più allusivo) epiteto originale, Madame Chrysanthème. 11 romanzo, uscito nel 1887, ebbe grande successo e venne trasformato in opera da André Messager nel 1893; qui Loti racconta un suo soggiorno giapponese, in cui, come voleva l'usanza di un'epoca coloniale e maschilista al sommo grado, prende una «moglie temporanea». Il libro si inaugura con la scena di un notturno marino in attesa dell'arrivo a Nagasaki, in cui la calma di una notte stellata fa formulare all'autore-protagonista una decisione radicale: «come arrivo mi sposo con una donna minuta dalla pelle gialla, i capelli neri, gli occhi da gatto. La sceglierò carina. Non sarà più alta di una bambola». Il nome della signora è dato dal mezzano Kanguro, che orna di poetici nomi botanici le donne vendute ai facoltosi stranieri, in visita per la scelta della loro compagna al suo equivoco locale «il giardino dei fiori». Il legame è in sostanza una forma di prostituzione legalizzata, ma fa scattare nell'autore il desiderio di comprendere aspetti meno ovvii del Sol levante per tramite della attonita bambola, che Loti descrive comunque spesso con cattiveria o come un condensato di ogni stereotipo nipponico: «Chiunque abbia guardato uno dei dipinti su porcellana o su seta che riempiono oggi i nostri bazar, conosce perfettamente questa ricercata acconciatura». Una storia di sfruttamento, che si traveste da avventura di conoscenza di un mondo e da divulgazione di una visione estetica, ma il finale, con l'improvvisa partenza della flotta francese per la Cina, non ha troppe sfumature tragiche. La fama moderna del romanzo è affidata alla sua risonanza nel primo atto della tragica Madama Butterfly di Giacomo Puccini che si ispira a Kiku-san per il primo atto dell'opera, passando però in seguito a una più diretta dipendenza dalla pièce omonima di David Belasco, che trae la tremenda conclusione da un fatto di cronaca accaduto realmente nel racconto dell'avvocato John Luther Long,
uscito nel l898 in America. Gli aspetti del diritto in una vicenda che sembra prendere poco e niente in considerazione la personalità delle giovani vendute agli stranieri, è peraltro trattato in un breve
volume, sempre edito da O barra O, di Giorgio Fabio Colombo, studioso di giurisprudenza, L'avvocato di Madama Butterfly (pp. 67, € 7,00), che indaga gli aspetti storici e culturali
della vicenda reale che sta dietro al libretto pucciniano.
Qui l'articolo
Volumi correlati