Hong Kiltong
Il brigante confuciano
A cura di: Maurizio Riotto
Hong Kiltong, discriminato dalla società del tempo perchè figlio illegittimo di un ministro e di una serva, lascia la casa paterna e decide di unirsi a una banda di briganti della quale diviene il capo indiscusso. Con i suoi uomini compie imprese audaci e clamorose, ai danni di funzionari e istituzioni corrotti. Il governo cerca di catturarlo ma egli rimane inafferrabile e così la sua banda, chiamata “Società per il riscatto dei poveri”. Amato dal popolo come un eroe, rinuncia all'incarico di ministro della guerra a lui proposto dal sovrano in cambio dell'abbandono di ogni attività criminosa e lascia la Corea per l'isola di Yul, dove fonda una società ideale secondo l'etica confuciana, retta dai princìpi dell'onestà e della giustizia.
Romanzo curioso e di piacevole lettura, ripropone temi, come la critica alla società e alle istituzioni e la ricerca utopica di un più giusto ordine morale e civile, che oltrepassano i confini e i tempi.
Figlio illegittimo di un ministro e di una schiava, Hong Kiltong lascia la casa paterna e si pone a capo di una banda di briganti: saccheggia i beni dei potenti e soccorre gli umili, i diseredati. Amato dal popolo come un eroe, si ritira con la sua gente in un'isola, dove realizza lo Stato ideale secondo l'etica confuciana.