Il naufragio dello Sparviero e la descrizione del regno di Corea (1653-1666)
Prefazione di: Maurizio Riotto
Traduzione dall'olandese di: Franco Paris
Tra il 15 e il 16 agosto 1653 il mercantile olandese della Compagnia delle Indie Orientali De Sperwer (Lo Sparviero), diretto a Nagasaki con 64 uomini a bordo, fece naufragio sull'isola coreana di Cheju. Solo 36 membri dell'equipaggio si salvarono, fra questi Hendrik Hamel (1630-1692), che teneva i libri di bordo. Dopo la permanenza forzata di tredici anni laggiù, nel suo diario, avvincente come un romanzo, diede il primo resoconto della Corea mai pubblicato da un occidentale, edito con grande successo a Rotterdam nel 1668 e poi nel resto d'Europa.
Dopo le pesanti invasioni giapponese (1592-98) e manciù (1627 e 1636), la Corea si chiuse a chiunque tentasse di penetrarvi tanto da essere definita “il regno eremita”. I coreani medesimi ignoravano quanto avveniva all'esterno, i governanti mai “avrebbero mandato via degli stranieri dal loro paese perché non volevano che il loro paese fosse noto presso le altre nazioni”. Trattati ora più ora meno in modo benevolo, come moschettieri o curiosi animali da zoo, gli olandesi tentarono più volte la fuga, riuscita ad Hamel e a sette suoi compagni solo nel 1666 con l'arrivo a Nagasaki e il rientro in patria nel 1669.
Documento storico che si legge come un romanzo. L'odissea di alcuni marinai olandesi naufragati sulle coste della Corea e lì costretti a vivere per tredici anni.