Fuga sulla luna
Fuga sulla luna. E altre antiche storie rinarrate
Lu Xun
Curatela: Ivan Franceschini
O barra O, 2014
€ 16,00
Roma 4 apr.- Ci sono delle novità editoriali che quando arrivano in libreria non suscitano particolare interesse o entusiasmo nel pubblico. Altre invece portano ad una reazione opposta, dove sia il cliente che il libraio stesso non possono trattenere un sospiro di gioia e contentezza. “Finalmente Lu Xun!”. Questo è quello che si sentiva in libreria l'altra mattina, quando è arrivata, pubblicata da O barra O, la raccolta di racconti “Fuga sulla luna e altre antiche storie rinarrate”, la cui nuova edizione in italiano è stata curata da Ivan Franceschini.
Lu Xun - nome d'arte di Zhou Zhangshou - è considerato uno dei più importanti scrittori cinesi di tutti i tempi, ma soprattutto il padre della lingua cinese moderna. Fino all'inizio del XX secolo, infatti, in Cina la lingua scritta era diversa da quella utilizzata nel linguaggio quotidiano e Lu Xun fu sicuramente uno dei primi scrittori ad allontanarsi dalla tradizione e ad utilizzare un linguaggio “vernacolare”. Autore di opere importantissime nella letteratura cinese come “Diario di un pazzo” o “La vera storia di A Q”, il suo nome ed i suoi lavori hanno continuato ad essere al centro di studi e dibattiti anche successivamente alla sua scomparsa: durante la Rivoluzione Culturale, ad esempio, era l'unico scrittore a poter essere letto e lo stesso Yu Hua nel suo ultimo lavoro “La Cina in dieci parole” gli dedica un intero capitolo, ricordando come “in prima elementare ero assolutamente convinto che al mondo esistessero un solo scrittore, chiamato Lu Xun, e un solo poeta, Mao Zedong”.
“Fuga sulla luna e altre antiche storie rinarrate”, pubblicato in Italia già nel 1973 da Garzanti e poi nel 1988 da Editori Riuniti (con la prefazione del Prof. Giuliano Bertuccioli), era oramai diventato un testo introvabile. Si tratta di una raccolta di 8 racconti storici – conosciuti semplicemente come le “Antiche storie rinarrate” - scritti tra il 1922 ed il 1935 e pubblicati per la prima volta nel gennaio del 1936, che non incontrarono però il favore della critica. D'altronde sembra che lo stesso autore non fosse particolarmente soddisfatto del lavoro. Tuttavia oggi questi racconti – nonostante siano considerati un'opera minore di Lu Xun - ci offrono molti spunti per comprendere meglio i dibattiti intellettuali della Cina repubblicana.
Le storie riprendono i miti e le leggende del passato trasformandoli e riscrivendoli alla luce dell'attualità. Così, la dea Nuwa, l'arciere Yi, il mitico sovrano Yu, Laozi e Confucio, Mozi e Zhuangzi, tra le principali figure del canone letterario e filosofico cinese, si prestano per mettere in evidenza le contraddizioni e le ambiguità della società cinese degli anni '20 e '30: dalla corruzione della classe politica alla passività della popolazione, dalla ristrettezza di vedute del mondo accademico all'ipocrisia della classe intellettuale.
Molto interessanti infine, l'introduzione di Ivan Franceschini e la bibliografia finale di riferimento.
Vi aspetto in libreria.
Lu Xun (1881-1936). Il suo nome originario era Zhou Zhangshou. Primogenito di una famiglia feudale in decadenza, nel 1904 si reca in Giappone per studiare medicina alla Sendai Medical Academy, ma la sua avventura termina nel 1906 quando decide di abbandonare l'università. Con l'avvento della Repubblica ottiene un posto presso il Ministero dell'Educazione a Nanchino e, successivamente, a Pechino, dove comincia a scrivere.
Nel 1918 utilizza lo pseudonimo di Lu Xun per firmare la sua prima opera, Kuangren Riji (“Diario di un pazzo”), pubblicata nel 1923 all'interno della raccolta di racconti Na Han (“Chiamata alle Armi”), di cui faceva parte anche A Q Zhengzhuan (“La vera storia di A Q”, scritta nel 1921).
Successivamente pubblica altri racconti, tra cui Ye Cao (“Erbe selvatiche”). Nel 1926, in seguito al cosiddetto “massacro del 18 maggio” (che lui stesso definì come “il giorno più buio nella storia della Repubblica cinese”) si ritira in un esilio forzato a Xiamen prima e a Canton poi. Nel 1927 arriva a Shanghai e nel 1930 pubblica Zhongguo Xiaoshuo Shilue (“Breve storia della narrativa cinese”), che in seguito diventerà uno dei principali testi di critica letteraria del XX secolo in Cina. Attualmente è possibile trovare in libreria i seguenti titoli: “Fuga sulla luna” (O barra O, 2014), “La vera storia di A Q” (Robin, 2013, Barbès, 2011), “Diario di un pazzo” (Via del vento, 2006), “La falsa libertà” (Quodlibet, 2006), “Erbe selvatiche” (Quodlibet, 2002).
Ivan Franceschini, giornalista freelance. Dal 2006 vive e lavora in Cina. È tra i fondatori del sito “Cineresie” (sito d’informazione e analisi sulla società cinese contemporanea) e cura il blog “Appunti Cinesi” sul sito del quotidiano “l’Unità”. Ha pubblicato “Cina.net. Post dalla Cina del nuovo millennio” (O barra O, 2012) e “Cronache dalle fornaci cinesi. Uno dei più gravi scandali del lavoro degli ultimi anni visto attraverso gli occhi dei media cinesi” (Cafoscarina, 2009). Ha inoltre curato, con Renzo Cavalieri, “Germogli di società civile in Cina” (Brioschi, 2010).
*Andrea Marcelloni, sinologo, è il proprietario di Orientalia, la libreria di Roma specializzata in orientalistica. Si trova in via Cairoli, 63, nel cuore dell'Esquilino. Ogni settimana Andrea Marcelloni offrirà ai nostri lettori spunti di lettura.