Recensione
Il tema della morte e quello del cibo s'intrecciano costantemente in questa raccolta di nove racconti che oscillano tra il macabro e l'esilarante, toccando spesso punte commoventi. Le donne che Sharma dipinge da una prospettiva interamente femminile sono snelle, alla moda, forti, prosperose, pure, maligne, coraggiose e divertenti. Gli uomini al contrario sono deboli, precocemente senili, impotenti, maschilisti e ottusi (con rare eccezioni). Un gruppo di donne si riunisce per preparare il banchetto di un funerale e questa diventa la cornice alla Mille e una notte di una serata di racconti. Ogni donna ricorda un incidente della propria vita. Scopriamo così della corsa in risciò attraverso prati fioriti, per incontrare l'uomo dei sogni, che finisce in disastro; o della moglie frustrata che scavalca il muretto del terrazzo per passare la notte con il virile e attraente vicino. Le donne del libro sono tutt'altro che perfette, ma si guadagnano la simpatia incondizionata del lettore: quando la timida Nanny non ne può più e decide di uccidere il marito ingozzandolo di cibo, non si può non parteggiare per lei. Un filo rosso ricorrente in questo intreccio di storie è quello dei genitori rimasti soli a casa che cercano disperatamente di allacciare un contatto con una generazione di figli emigrati all'estero. Commoventi i tentativi di Jamini di riconquistare il figlio tornato dagli Stati Uniti con la fissazione per le calorie e l'igiene cucinandogli solo cibo di prima qualità. Le delicate descrizioni delle visite annuali dei figli della diaspora, che tornano alle case d'infanzia con occhi nuovi, senza poter fare a meno di notare la miseria, suonano tremendamente reali. Sharma traccia il quadro desolato di una frattura abissale, fisica ed emotiva, che separa due generazioni e che è destinata a raggiungere un punto di non ritorno. Questa esile raccolta di storie è come un kit professionale per preparare il masala, con ogni ingrediente e ogni spezia nel suo scomparto. È un libro da gustare a piccoli morsi, per assaporare meglio le sfumature e gli aromi. Ogni storia ha il suo sapore unico che contribuisce a quello del piatto forte: e il piatto forte c'è bisogno di dirlo? È una festa dei sensi.