Recensione
Già attraverso il titolo, Garam masala, la scrittrice indiana Bulbul Sharma ci prende per mano e ci porta in cucina. Dove aleggia un profumo di spezie: garam masala è infatti una miscela di cannella, cumino, cardamomo, coriandolo, curcuma, chiodi di garofano e pepe. E conferisce ai cibi indiani un gusto pungente e speciale. Garam masala, pubblicato da O barra O, è un collage di racconti, scritti in tono brillante e divertente. Le storie hanno un punto di partenza comune. Un gruppo di donne, tra di loro imparentate, si ritrova per una cerimonia funebre in memoria di Bhanurai Jog. In India è consuetudine ricordare il defunto cucinando i suoi piatti preferiti. Le 8 donne si riuniscono in cucina e mentre affettano le verdure raccontano ciascuna una storia. C'è tutta l'India, con i suoi contrasti tra passato e presente e le sue infinite contraddizioni, nelle storie narrate. Una giovane nuora troppo disinvolta sedata da un santone con i semi di papavero, un vedovo che insegue le tracce della moglie, una madre che rimpinza di cibo il figlio emigrato negli Usa al suo ritorno in India, un marito vecchio tradito dalla giovane moglie con il vicino di casa
Il cibo è il punto di partenza ma è spesso anche al centro dei singoli episodi. La cucina è per tradizione il mondo delle donne indiane. Può essere una condanna ma anche uno strumento attraverso il quale veicolare sentimenti d'amore e di odio, istinti seduttivi e omicidi. L'autrice Bulbul Sharma crea i suoi personaggi con poche pennellate ma con raffinata capacità di sondare l'animo umano, in particolare quello delle donne. I racconti ci aiutano a comprendere come la cultura indiana, con le sue consuetudini sociali, incida profondamente sulla vita quotidiana dei singoli. Sottrarsi è impossibile: l'unica via di fuga è trasferirsi all'estero. Salvo poi rientrare tra i ranghi ed essere fagocitati dall'onnipresente famiglia, appena si rimette piede in India.